Autismo, Angsa denuncia: no a crediti formativi su teorie senza evidenza scientifica

Le Linee Guida 21 sull’autismo del 2011, in fase di revisione, hanno licenziato come evidenza scientifica per gli interventi nell’autismo l’approccio cognitivo comportamentale definendo l’autismo come “una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi 3 anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione sociale, alla interazione sociale reciproca e al gioco funzionale e simbolico”.

Eppure, a metà novembre 2022, è previsto un convegno dal titolo Silenzi e ascolto. L’incontro psicoanalitico negli stati autistici, promosso dalla AIPPI, Associazione italiana di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia, dell’adolescenza e della famiglia, nella cui presentazione si parla di:

  • attacco alle funzioni del sé che invade l’insieme delle espressioni simboliche, gestuali e verbali del bambino;
  • misteriosi silenzi;
  • stati autistici di diversa penetranza;
  • stanza d’analisi;
  • forme di annichilimento e di restaurazione nella psicoanalisi degli stati autistici;
  • il vuoto mentale dei pazienti con autismo;
  • emersione dallo stato autistico.

Sembra di essere tornati indietro nel tempo, come se più di 30 anni di studi e ricerche non ci fossero stati – dichiara il presidente Angsa nazionale Giovanni Marino –  a questo punto cosa ci dobbiamo aspettare? Ci racconteranno nuovamente di “mamme frigorifero” e di “famiglie anaffettive”?

La verità è che la persona autistica non deve emergere da “nessuno stato”, deve invece essere aiutata ad “abilitarsi” in quelle autonomie personali e socializzanti per poter godere dei diritti di cittadino. Non chiusa in una stanza di analisi o sdraiata su un lettino alla ricerca del proprio “IO” (vi vorremmo vedere mettere una persona con autismo severo su un lettino), ma in mezzo alle altre persone! Individuando quell’intervento strettamente personalizzato che meglio risponda alle proprie peculiarità facendo leva sulle potenzialità, sulle abilità e non certo focalizzando i deficit.

Non siamo così ingenui da non sapere che ancora c’è uno zoccolo duro di professionisti che dietro un fortino fatto di teorie psicodinamiche “medioevali” difende posizioni fuori dall’evidenza scientifica. Non ci sembrano troppo diversi dai terrapiattisti o i “negazionisti del tutto”, ma forse questo è lo scotto che bisogna pagare per chi vuole vivere, come noi vogliamo, in democrazia.

Però la cosa che più ci preoccupa e che riteniamo molto grave, è che possano essere riconosciuti dei crediti ECM per un convegno che non risponde alle necessità delle persone autistiche. ECM sta per Educazione Continua in Medicina: quale Educazione c’è nel riproporre teorie cervellotiche e prive di evidenze scientifiche? Come si può permettere di validare questa (disin)formazione attraverso dei crediti?

Chiediamo fermamente che a questa nostra denuncia possano unirsi altre autorevoli voci di professionisti e ricercatori per dare finalmente la spallata finale a chi si ostina a non guardare avanti.

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