Maltrattare un animale è reato, maltrattare un bimbo autistico no. Sconcertante sentenza della Corte di Appello di Torino

Non è reato maltrattare un bambino autistico in prima elementare perché non è in grado di comprendere il senso delle ingiurie e delle umiliazioni. Così ha stabilito, in sintesi, la Corte d’appello di Torino in una sentenza depositata lo scorso 25 luglio. Se ne deduce che maltrattare un animale è reato, fare la stessa cosa in modo indecente e orribile, nei confronti di un bambino autistico no, perché tanto non capisce il senso di quello che gli si fa. La sconcertante sentenza arriva dai giudici d’appello di Torino chiamati a esprimersi su un vicenda accaduta in anni recenti (2019) denunciata dai  genitori. Nell’esposto la famiglia segnalava maltrattamenti da parte dell’insegnante di sostegno. Le indagini hanno accertato che il bambino autistico non verbale “veniva mandato in bagno senza scarpe, trattenuto in bagno per un periodo sproporzionato, lasciato senza merenda, umiliato davanti alla classe rovesciando l’acqua della sua bottiglietta per insegnargli l’importanza del bere, costretto a raccogliere il giubbotto caduto a terra nonostante non vi riuscisse.. e ricevendo di frequente in risposta ai suoi bisogni un secco «ti arrangi!». In primo grado l’ imputata è stata riconosciute colpevole di atteggiamento vessatorio e sottoposta a misure cautelari. La Corte d’appello invece ha deciso per l’assoluzione perché, a suo  giudizio, i fatti non costituiscono reato, il fatto non sussiste. Un giudizio grossolano e ignorante perché dà per scontato che un bambino autistico non verbale non ha consapevolezza di sé, non li sfiora nemmeno il dubbio che queste persone pur non esprimendosi verbalmente abbiano una percezione precisa rispetto a quello che subiscono. Il Pubblico ministero rispetto a questo incredibile pronunciamento ha presentato ricorso in Cassazione. La giustizia farà il suo corso e siamo fiduciosi che ridarà al bambino la sua dignità ma la vicenda segnala, ancora una volta, come troppo spesso  vengono dati incarichi delicati ad  insegnanti di sostegno che nulla sanno dell’autismo e che gettano ombre sull’operato di tanti professionisti che invece ogni giorno fanno il loro lavoro con grande sacrificio e abnegazione.

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