Quello spot riesumato non è di Angsa
Lo spot del bimbo nella bolla, che sta girando sul web, e a cui il web sta attribuendo una immeritata popolarità, è stato ideato, girato e prodotto dalla Rai, non da Angsa , nè da FIA (Fondazione Italiana Autismo). Fu girato lo scorso anno in seguito alla richiesta di Angsa e della allora “nascitura” FIA di dedicare spazio nella programmazione televisiva nei dintorni del 2 aprile alle problematiche sull’autismo. Solo in quanto lo spot rientrava in questo progetto di coinvolgimento Rai per l’autismo, conteneva il logo di Angsa e di FIA. Angsa tuttavia non ha mai condiviso lo spot e a causa di ciò il filmato non venne trasmesso in passaggi continui come si fa normalmente con tali spot informativo-pubblicitari.
Vedendone la riesumazione, abbiamo richiesto una modifica, ma a causa della candidatura al premio pare non sia possibile.
Ci opporremo ad un suo uso per il 2 aprile 2016, dovesse anche vincerne 100 di premi.
Liana Baroni
A noi autistici veri, invece, lo spot è piaciuto. E non abbiamo letto nella figura femminile “la mamma”, né nel cuore tracciato con la matita rossa “il cuore”, né nella bolla “una bolla”…Non prendiamo tutto così alla lettera, né ci acceca l’immaginario. No no! Premio meritatissimo. Applauso!!! E benvenuto chiunque si avvicina a noi ma non troppo, come fa quella geniale figura femminile con la matita, che può essere chiunque ci passi vicino: un compagno o una compagna di scuola, un vecchio, un bambino, una bambina . … Qualcuno di grande sapienza, insomma. Bellissima esperienza, quando accade. E accade! Accade sempre più spesso. Il bello di questo spot è che è preso dalla realtà.
Il gusto, come il mondo, è bello perché vario. A moltissime persone e associazioni, fatte di altrettanto veri autistici, se è il caso di fare queste distinzioni, non è piaciuto per nulla perché ricorda fin troppo l’immagine del bambino in una bolla e di una mamma accusata di non avere abbastanza amore e di “causare” per questo l’autismo. Il gusto deve anche ricordare la storia e non permette che si riproducano stereotipi che tanto ci hanno fatto male. Credo.
gentile Marco Binotto, grazie per la risposta. Sapevo di essere, come dire “in minoranza”, e non mi aspettavo certo che il mio pensiero venisse condiviso. Ma essere accolti e non censurati, è già tanto! E che stili di pensiero diversi possano condividere in pace lo stesso spazio, è davvero molto bello.
Grazie a te per aver condiviso il tuo punto di vista. Alla prossima.