Rapporti ANGSA – Telethon Incontro col Prof Testa

La strada è molto lunga, ci vorranno molte risorse umane e finanziarie, ma la

direzione è quella giusta. Questo, in estrema sintesi, il messaggio che il Prof. Giuseppe Testa, responsabile del Laboratorio di Epigenetica delle Cellule dell’IRCCS Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e docente di Biologia molecolare al Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Statale di Milano, ha dato in occasione dell’incontro con i delegati di alcune Associazioni di famiglie (tra cui ANGSA ed ANFFAS) presso la sede milanese di Telethon, mercoledì 26 febbraio 2015.
Con competenza, chiarezza d’esposizione, entusiasmo e con la mente “visionaria” di chi tiene comunque i piedi ben piantati per terra, il Prof. Testa ha letteralmente incollato alle sedie il proprio uditorio per quasi due ore. Il clima informale dell’incontro ha aiutato poi lo scambio di idee e di esperienze.
Il professore ha spiegato cosa sono le cellule staminali indotte (iPSC) e di come il loro utilizzo stia aprendo nuovi orizzonti in una patologia così complessa come l’autismo. E’ su questo tipo di cellule, le iPSC, che il Prof. Testa sta lavorando, utilizzando le come modello sperimentale che si sta rilevando molto promettente in base ai risultati del suo studio pubblicato in Dicembre su Nature Genetics. Da queste cellule, che vengono prodotte in laboratorio a partire dacellule somatiche (in genere da fibroblasti), è possibile derivare in vitro tutti i tipi di cellule del nostro corpo, studiare i meccanismi di una malattia e testare nuovi farmaci. Questo è l’aspetto innovativo delle iPSC: è possibile riprodurre in laboratorio tessuti umani, come ad esempio i neuroni della corteccia cerebrale, altrimenti inaccessibili alla sperimentazione in vitro. Come ha detto il professore Testa, fino ad oggi si è potuto lavorare solo su materiale bioptico post mortem, quindi in una situazione necessariamente diversa dalle condizioni fisiologiche. Con le iPSC è possibile creare delle cellule, da lui stesso definite AVATAR, che presentano lo stesso patrimonio genico delle cellule della persona da cui derivano. Non è necessario quindi passare attraverso embrioni umani, ma è sufficiente un piccolo prelievo di pelle da cui ricavare fibroblasti (recentemente è stato messo a punto un procedimento ancor meno invasivo, che permette di utilizzare le urine del paziente come fonte di cellule per
produrre iPSC).
Il Prof. Testa ha spiegato i risultati dello studio che ha visto coinvolti vari centri di ricerca italiani. Sono state studiate due malattie causate da alterazioni speculari nel dosaggio genico e che di speculare presentano anche alcune manifestazioni cliniche principali. Da una parte la perdita di una copia di 26 geni del cromosoma 7 che causa la sindrome di Williams (caratterizzata da disabilità intellettiva, un linguaggio particolare “da cocktail party” e una forma di ipersocialità o socievolezza indifferenziata ); dall’altra la duplicazione degli stessi geni che invece porta sintomi diametralmente opposti, di tipo autistico, quali una ridotta capacità
sociale e gravi deficit nelle funzioni linguistiche.
E’ stato scoperto che uno questi 26 geni – il GTF2I, un gene che a sua volta modula la funzione di molti altri geni regolandone la trascrizione – non agisce da solo, ma in associazione con un enzima, LSD1, che è coinvolto anche in molti tipi di tumore. E’ stato dimostrato che la somministrazione di farmaci contro LSD1 (farmaci sviluppati proprio nello stesso Istituto – l’ IEO – dove lavora il prof Testa) è in grado di ripristinare il corretto funzionamento di alcuni
circuiti molecolari.
E’ stato inoltre evidenziato che le alterazioni del dosaggio genico provocano anomalie fin dai primissimi stadi dello sviluppo, cioè già nelle cellule staminali riprogrammate dai pazienti e che tali anomalie si mantengono, amplificandosi, man mano le cellule si differenziano: un’altra scoperta che rende le i PSC un importante modello di studio di molte malattie.
Il lavoro pubblicato è il seguente:
7q11.23 dosage – dependent dysregulation in human pluripotent stem cells affects transcriptional programs in disease – relevant lineages.
Adamo A, Atashpaz S, Germain PL , Zanella M, D’Agostino G, Albertin V, Chenoweth J, Micale L, Fusco C, Unger C, Augello B, Palumbo O, Hamilton B, Carella M, Donti E, Pruneri G, Selicorni A, Biamino E, Prontera P, McKay R, Merla G, Testa G. Nat Genet. 2015 Feb;47(2):132 – 41. doi: 10.1038/ng.3169. Epub 2014 Dec 15
L’articolo è scaricabile gratuitamente da Google Scholar.
Ora comincia un’altra fase, che ha già una valenza di tipo pre-clinico, in cui verranno testati dei farmaci che possano agire sulle proteine o direttamente sui geni che sono coinvolti nell’autismo, utilizzando come substrato le cellule neuronali della corteccia cerebrale derivate appunto dalle cellule staminali indotte.
Il Prof. Testa è stato molto chiaro: ci vorranno anni per arrivare ad un risultato e non è detto che un farmaco vada bene per tutti, ma l’obiettivo è quello di agire su meccanismi biologici che rappresentano un punto di convergenza di situazioni patologiche ad eziologia diversa, mettendo a punto un panel di farmaci che agiscano su questi meccanismi.
Resoconto a cura di Alessandro Ghezzo, Neuropsichiatra Infantile
Milano 26 febbraio 2015

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