Quando la musica supera i confini…
Storia di un bambino autistico e del suo rapporto con la musica
- Quando la musica supera i confini...
Gabriele, un bambino autistico e ipovedente ma con una grande propensione per la musica, è il protagonista di questa storia raccontata con affetto dalla sua insegnante di piano la quale afferma che: Le qualità musicali di Gabriele sono tali che renderebbero felice qualsiasi professore di pianoforte: senso ritmico spiccato, orecchio assoluto, sensibilità armonica, capacità di riprodurre sulla tastiera melodie e piccoli pezzi, interesse, curiosità, memoria musicale. Nel libro viene descritto il "miracolo" operato dalla musica su questo bambino ma, anche, gli sforzi e la pazienza dell’autrice per trovare degli schemi didattici alternativi in grado di superare l’handicap fisico di Gabriele (aggravato dalla scarsa capacità visiva). Accanto al grande e innato talento del protagonista e alla professionalità di Anna Maria Bordin, si è rivelato fondamentale il supporto dei genitori del bambino e di una famiglia estremamente unita e sensibile. A questo proposito, nei primi capitoli dell’opera si trova un estratto del diario della madre che rivela tutto l’amore e la devozione per questo piccolo genio sfortunato e una testimonianza della cugina pianista che, per prima, si è resa conto delle potenzialità del piccolo Gabriele. Una storia, questa, meritatamente a lieto fine; gli sforzi dell’autrice, dei genitori e di tutti coloro che hanno creduto in Gabriele sono stati premiati con l’ammissione del bambino all’Istituto Musicale Pareggiato di Pavia.
Anna Maria Bordin, dopo aver conseguito il diploma in pianoforte al conservatorio di Torino, continua il suo percorso di perfezionamento fino al conseguimento del diploma di concertismo presso la Musik-Akademie di Basilea. Attualmente insegna presso l’Istituto Musicale Pareggiato di Pavia e svolge attività concertistica in duo con la pianista russa Tatiana Pavlova.
di Anna Maria Bordin (Daniela Piazza editore)
Il libro racconta la storia di Gabriele, un ragazzo che presenta, oltre ai deficit della comunicazione e dell'interazione sociale tipici dell'autismo, anche un grave deficit visivo: meno di un decimo con la correzione. Ha però un grande punto di forza: una propensione innata verso la musica, con doti naturali non comuni nella percezione delle regole musicali e nella capacità di eseguire, con un minimo d'insegnamento, pezzi anche complessi al pianoforte.
Intorno a lui ruota una famiglia attenta e capace di inventare metodi ingegnosi per un insegnamento personalizzato atto a superare non una, ma due disabilità, già gravi e problematiche anche prese singolarmente.
La madre, il padre e la cugina Anna, che per prima si accorge delle potenzialità musicali di Gabriele, sono poi
ben consigliati e coordinati da Raffaella Faggioli, professionista dell'Azienda ospedaliera San Paolo di Milano.Ma a questo gruppo motivato, coordinato e competente manca un attore importante: un'insegnante di musica che si adatti alle peculiarità di un allievo come Gabriele. Non si tratta qui di fare della musicoterapia. Si tratta di incanalare le sue doti musicali, vere "isole di buona performance" in un mare di problemi e d'incapacità, verso un apprendimento organico, disciplinato, difficile, pieno di regole tecniche e comportamentali, com'è quello della musica e in particolare del pianoforte.
Viene contattata una professionista, che ha al suo attivo concerti, concorsi e scuole d'alto livello nazionali e internazionali, Anna Maria Bordin. Di fronte a difficoltà a prima vista insormontabili la prima risposta è il rifiuto, cui segue però il ripensamento.
La collaborazione col padre, che ricopia ogni spartito su un pentagramma ingrandito in modo tale da essere leggibile al figlio, con l'ANGSA locale che fornisce momenti strutturati di formazione specifica, con la psicologa che spiega la metodologia più adatta per superare le gravi difficoltà di Gabriele, come quella di utilizzare delle faccine con espressioni diverse al posto dei termini tradizionali della musica: allegro, andante elegiaco ecc., il gusto di accettare la sfida di un'impresa titanica ma che, se vincente, può dare soddisfazioni uniche e inedite nella carriera di un musicista, fanno sì che il no iniziale diventi un sì.
Comincia così quest'avventura didattica, per la quale c'è qualche indicazione generale in letteratura, ma che va per larga parte inventata giorno per giorno con fantasia, elasticità e, soprattutto, come dice la stessa autrice: " con calma, pazienza, tempo e lucidità per capire e aiutare Gabriele."
Le energie impiegate sono tante e intense, ma vengono premiate nel migliore dei modi: Gabriele non solo impara a suonare sempre meglio, ma riesce anche a socializzare la sua arte suonando insieme ad altri allievi, in particolare a quattro mani con una bambina, che rimane poi sconcertata quando il compagno disabile la corregge e le rimette le mani nella posizione corretta tutte le volte che lei sbaglia. Il libro si conclude con l'ammissione di Gabriele al Civico Istituto Musicale Pareggiato "Franco Vittadini" di Pavia.
L'esempio di Gabriele è incoraggiante per chi ha problemi analoghi. Certo pochi hanno doti musicali eccezionali, ma molti hanno qualche capacità che può essere sviluppata quando si incontrano persone competenti, collaboranti, disponibili e pazienti come Anna Maria Bordin.