Maltrattamenti subiti da giovani con autismo
Siamo alle solite: maltrattamenti e sequestro di persona. Con queste pesanti accuse sono stati arrestati dai carabinieri di San Benedetto del Tronto, cinque educatori in servizio nel Centro socio-riabilitativo per giovani disabili « (AP) gestito dal Comune attraverso una cooperativa esterna. Il centro ospita persone affette da autismo di età compresa dagli 8 ai 20 anni ed è stata sequestrata una cosiddetta «stanza di contenimento» buia e stretta, dove i ragazzi venivano denudati e rinchiusi, e per rispetto della loro dignità tralascerò di ripetere quanto avveniva all’interno. Stiamo parlando di giovani con autismo estremamente severo, dato che si parla di ricoveri , anche a tempo parziale, per ragazzini ancora in età scolastica. Tuttavia hanno spiegato il PM e i carabinieri nel corso di una conferenza stampa, nei disabili c’era una «totale assenza di comportamenti violenti o di azioni che giustificassero il loro “contenimento”, all’interno di quell’ambiente, usato come strumento per reprimere e punire la “vivacità” dei ragazzi». La notizia è agghiacciante, anche perché questa era una struttura modello: struttura del Comune, con gestione a una cooperativa, di piccole dimensioni (12 ospiti dagli 8 ai 20 anni) con carta dei servizi visibile su internet, nata con ottimi propositi e buone scelte educative-riabilitative. Come si può, con queste buone premesse, arrivare a situazioni di tale gravità? Come è possibile evitare o prevenire queste aberrazioni? Una ricetta sicura non c’è, ma qualche osservazione la possiamo fare.
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